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d'Israele, i cosiddetti Settanta, passano dall'uso della lingua ebraica a quello della lingua greca, essi compiono una stupefacente scelta di modalità espressiva: intendendo riferirsi a qualsiasi forma di amore, operano una netta presa di distanza dal linguaggio dell'eros a favore di un uso quasi totalitario del linguaggio dell'agape. Perché mai si bandisce drasticamente dalla Bibbia tradotta in lingua greca la terminologia dell'eros? A loro volta anche i seguaci di Cristo, nel primo secolo della loro storia, senza eccezioni, scrivendo essi pure dei testi in lingua greca, dai Vangeli alle lettere di Paolo sino all'Apocalisse, a proposito dell'amore fanno propria la stessa decisione che fu dei Settanta. Questo libro lo verifcherà puntualmente sondando i testi della Bibbia che, in un'ottica cristiana, si chiamano Antico e Nuovo Testamento e in tal modo cercherà di venire a capo della intricata questione del perché e del come sia i Settanta sia gli autori del Nuovo Testamento rifutano drasticamente il linguaggio dell'eros, preferendogli quello dell'agape.
Dovrebbe sorprendere non poco che a tale proposito un dibattito si sia aperto soltanto intorno agli anni '30 del secolo XX. Questo libro interviene nella controversia, senza dubbio non ancora esaurita, con una sua proposta e nella consapevolezza che qualsiasi conclusione 'scientifca' è anche gravida di conseguenze pratiche: per intenderci, non è indifferente agli orientamenti etici e pertanto spirituali almeno di tutti quelli che si dicono cristiani.
Certo, oso avvertire: questo non è un libro 'leggero'. Mi auguro tuttavia che, dopo aver seguito lunghe e talvolta ardue investigazioni, almeno qualche lettore sia lieto dell'attenzione profusa nel cimentarsi a scoprire insieme con l'autore quanto sia complesso il discorso su quel fenomeno all'apparenza così semplice com'è l' 'amore', come vi siano implicati l'uomo e, a proprio modo, la donna, e soprattutto quante ricchezze siano ancora da esplorare in quel libro che è una sorta di biblioteca antica e veneranda chiamata Bibbia e dalla quale può ancora giungerci acqua limpida e fresca purché le si consenta di sgorgare.
Ora, ecco anche perché sono molto lieto di questa traduzione in russo. Attraverso un intreccio di avvenimenti, la Russia amata fn dall'adolescenza, soprattutto quella dei grandi romanzieri, dei grandi musicisti e, perché no, del grande cinema è per me diventata pure la Russia di uomini e donne in carne e ossa con i quali ci si può considerare amici e con cui si può intensamente collaborare. In questo passaggio dalla Russia di ieri a quella di oggi non posso non evidenziare anche gli incontri più che cordiali con alcuni esponenti della Chiesa della Santa Russia, la Chiesa dei martiri, la Chiesa di un popolo che ha resistito per lunghi, tragici anni a un progetto di annientamento sanguinario e oggi vive una stagione di fervido slancio rinnovatore. Come sempre, il coraggio dei testimoni e il sangue dei martiri sono seme dei cristiani.
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